mercoledì 12 dicembre 2007

L'elezione di Angelo Costanzo a Coordinatore Provinciale (provvisorio) di Sondrio

Cari lettori,

in forza del dispositivo dell'Assemblea Costituente Nazionale, il 24 novembre scorso anche a Sondrio si è proceduto alla elezione del Coordinatore Provinciale (provvisorio) del PD.
Gli elettori erano 21 ( gli eletti alle primarie nelle Assemblee nazionale e regionale), votanti 17, 16 voti favorevoli alla candidatura di Angelo Costanzo, già segretario provinciale dei DS, una
scheda bianca.
L'elezione del Coordnatore è stata preceduta da una riunione dei delegati-elettori (23 novembre), nel corso della quale si sono registrate posizioni diverse che hanno sancito una divisione all'interno del PD.
Nell'intervista che riporto di seguito, ricostruisco le tappe della vicenda con le mie considerazioni, peraltro condivise da diversi amici.


LA SITUAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO NON È BUONA…
Intervista ad Ezio Trabucchi (10 dicembre 2007)




Con Alessia Mosca, componente Esecutivo Nazionale


Trabucchi, da qualche tempo evidenzi che la situazione del PD non è buona….

Ho aderito al progetto del PD con forte passione politica (stante il mio DNA), con ragionevoli aspettative (stante la novità) e con circoscritto entusiasmo (stante il superamento dei miei primi quarant’anni).
Mantengo questo stato d’animo e questo approccio nei confronti del nuovo Partito nonostante un percorso che non mi convince assolutamente sia a livello nazionale che locale.

A cosa ti riferisci?

Mi riferisco al profilo antidemocratico del Partito Democratico dalle primarie ad oggi.

Dalle primarie?

Si, proprio dalle primarie.
Ci siamo fondatamente lamentati con il centro-destra per una legge elettorale, la c.d. “porcata” di Calderoli, che tra i tanti risvolti negativi aveva (ed ha) la non possibilità per l’elettore di esprimere la preferenza. Alla prima prova dei fatti, il PD presenta le “primarie” con le liste “bloccate”; una scelta pensata “scientificamente” e condizionata dalla paura di costruire un partito di cui i vecchi apparati non riescano a garantirsi il controllo.
Insomma, parliamoci chiaro. Si è pensato: Veltroni è il certo e netto vincitore.
Bene, allora blocchiamo le liste e ai primi (e sicuri) posti delle liste Veltroni ci mettiamo l’apparato, quasi tutti cioè i dirigenti e i parlamentari di DS e Margherita.
Così è stato.


E Veltroni?

E Veltroni ha lasciato fare.
Solo Enrico Letta e Rosy Bindi, unitamente a pochi altri, hanno denunciato apertamente il sistema delle “liste bloccate”, delle quali hanno dovuto comunque prendere atto se volevano presentarsi candidati alle primarie.

Tu sei deluso dalla conclusione dell'Assemblea Costituente Nazionale del 27 ottobre..

La votazione che si è svolta in conclusione dell'Assemblea Costituente del PD ha lasciato dentro un senso di disagio, rabbia ed inquietudine nell’87% dei delegati presenti, stando a un autorevole sondaggio.
Sono quegli stessi sentimenti che, incrociando gli sguardi di molte persone, "notabili" e "peones", si potevano cogliere con facilità, mentre scivolavamo via dalla Fiera di Rho-Pero.
Ricordo lo sconforto ( e le imprecazioni in dialetto veneto) del Segretario provinciale di Venezia della fu Margherita.
Io, che sono (cronologicamente e prima di tutto) un “democristiano e un “popolare”, non ho mai visto una conclusione siffatta neppure ai tempi di Cirino Pomicino.
Troppa la distanza tra le parole e i fatti.

Dove sta l’amarezza?

Nello stacco impressionante tra il momento in cui ascoltavamo gli interventi ed il momento in cui si è “votato” in modo affrettato, inconsapevole, e con molti aspetti di illegittimità, il testo che Veltroni aveva letto tutto d'un fiato pochi minuti prima, concludendo i lavori.

In effetti era diffuso il malcontento…..

Ricordo che, il giorno dopo, diversi quotidiani riportavano le vigorose critiche della Bindi e di molti altri.
Sul punto (sul resto un po’ meno) mi sono piaciute le parole di Sarfatti all’Assemblea Regionale lombarda del 10 novembre scorso, quando ha parlato di “ groppo lasciatoci in gola dall’epilogo dell’Assemblea Costituente Nazionale”, con invito a Veltroni a diventare leader “carismatico”, cioè “leader che interloquisce chiaramente e apertamente con le sue basi, spiegando e convincendo sull’opportunità di passaggi difficili, non facendoli passare burocraticamente e ben poco a viso aperto ”.

Puoi spiegarci gli aspetti negativi del dispositivo letto da Veltroni?

Sul metodo ho già detto. Nel merito, è stato commesso un “peccato veniale” ed uno “ mortale” per la democrazia interna ad un Partito.
Inizio da quello veniale.
Come hanno evidenziato in molti anche ( e non solo) all’interno della Commissione Statuto, il Regolamento per l'elezione delle Assemblee Costituenti del PD è stato utilizzato artatamente per stabilire un dispositivo di regole che blindano, in modo decisamente autoritario, i primi passi del processo costituente.
Partendo da una disposizione di quel Regolamento, generica prima che generale, viene creata dal nulla la carica di vice-segretario del partito e si indica, nella persona di Dario Franceschini, il nome di chi ne assumerà l'incarico.
Nessuno vietava che Veltroni lo indicasse come vicesegretario ma è cosa diversa dell’elezione in Assemblea.

E il “peccato mortale”?

Si tratta della norma, contenuta nel dispositivo, relativa all’elezione del Coordinatore Provinciale.
La decisione di far eleggere i Coordinatori provinciali dagli eletti nelle Assemblee costituenti regionali e nazionali è stata uno straordinario percorso di auto-legittimazione dall’alto verso il basso.

Norma che hai giudicato antidemocratica…

Non solo io… siamo in molti.
Questa norma è profondamente antidemocratica se pensiamo che alle primarie si è votato per la scelta del Coordinatore nazionale e dei delegati alle Assemblee costituenti nazionale e regionali senza indicazione in merito al ruolo di elettori del Coordinatore Provinciale attribuito ai delegati stessi.
In sostanza, guardando alla nostra Provincia, questa regola ha consentito che 21 persone, elette dai 4600 votanti alle primarie per fare determinate cose, sono state surrettiziamente chiamate, dopo, a farne altre, senza contare che il voto di sole 21 persone nell’ambito della Provincia di Sondrio non presenta, di per sé certamente, i caratteri di democraticità.

Perché allora mantenere una norma così criticata ?

Perché meglio la critica che rinunciare ad una logica coerentemente furba e di potere.
Riprendo il filo.
Veltroni certo e netto vincitore?
Bene, allora (come ho già detto) si è pensato: blocchiamo le liste e ai primi e sicuri posti delle liste Veltroni ci mettiamo l’apparato, i dirigenti ed i parlamentari
Questi verranno certamente eletti e poi…. diamo a loro sostanzialmente l “esclusiva” di eleggere i Coordinatori Provinciali (essendo gli eletti nelle liste Veltroni il 75% degli elettori dei Coordinatori Provinciali).

E Veltroni?

E Veltroni, corresponsabile, ha continuato a lasciar correre…

A fronte di una norma ritenuta antidemocratica, a Sondrio cosa si è fatto?

Unitamente ai delegati Dioli, Tognetti, Colamartino Maria Greca e Bronda ho ritenuto che, a fronte di una norma palesemente antidemocratica, lo sforzo che doveva fare il PD, soprattutto in questa fase iniziale, era quello di trovare una candidatura condivisa a Coordinatore Provinciale. Una candidatura che potesse assumere, oltre al ruolo politico, anche una funzione di “garanzia” per tutti, non presentandosi al (futuro) Congresso ma preparando l’assise. Solo in questo modo avremmo ricondotto la norma in questione ad effetti positivi.
Ma la vostra proposta non è stata accolta…..
Per la verità non è stata neppure discussa… Abbiamo proposto i nomi di Vincenzo Ciabarri (resosi tuttavia indisponibile) e Giacomo Tognini (disponibile), entrambi peraltro del Comitato Veltroni a dimostrazione che il problema dai noi posto non era riconducibile ad una disputa tra le varie liste delle primarie… Abbiamo ritenuto che Ciabarri e Tognini, per la loro storia politica, potessero interpretare meglio di altri la funzione di “garanzia” di cui ho detto. Eravamo, per la verità, pronti ad una valutazione comune su altri coordinatori ma, come ho ricordato, non vi è stato neppure un secondo di discussione sulla disponibilità di Tognini o sulla ricerca di altre candidature da condividere…

Hai parlato, riferendoti a Costanzo, di candidatura blindata…

La norma antidemocratica ha consentito la “blindatura” della candidatura di Costanzo senza alcuna possibilità di alternative o proficue mediazioni nell’interesse prevalente dell’unità del neonato PD come invece è avvenuto nel resto d’Italia.

E Costanzo?

Ha parlato poco nella riunione dei delegati convocata il giorno prima dell’elezione del Coordinatore provinciale, motivando la sua candidatura come conseguenza del lavoro organizzativo da lui svolto nelle settimane precedenti…
Abbiamo deciso allora di non partecipare alla votazione mentre Maria Laura Bronda ha partecipato votando scheda bianca. Non votare per noi ha significato stigmatizzare l’antidemocraticità di una norma piuttosto che una valutazione di merito sulla candidatura.

Le cose sono andate meglio in seguito ?

No, anzi. Nell’ultima riunione del Coordinamento Provinciale abbiamo fatto alcune proposte in merito alla costituzione degli organi, proposte peraltro anticipate a Costanzo in un incontro precedente al solo scopo di ritrovare l’unità del PD dopo quanto successo.
Una in particolare voglio sottolineare: quando si è trattato di discutere la nomina del Responsabile organizzativo abbiamo chiesto che si costituisse un Ufficio di tre membri che avesse quindi le caratteristiche di rappresentatività e di garanzia per tutti, dovendo svolgere , oltre alle funzioni deputate, quella di preparazione del Congresso.
Con l’unica motivazione (pretestuosa) che il nostro era un atto di sfiducia nei confronti del Responsabile indicato da Costanzo, la discussione è stata subito chiusa.
Costanzo ha fatto votare e Curti, ex componente della direzione DS, è il Responsabile organizzativo del PD.
Un'altra proposta di seria mediazione non accolta (Curti andava bene affiancato da altri).

Il prossimo incontro del Coordinamento Provinciale apre la discussione sulle elezioni di Sondrio…..

Si, vedremo cosa succederà. Io ho la mia idea che ho già espresso e che vuole essere un contributo alla discussione.

C’è chi sostiene che i toni usati siano stati duri e che vi sia stata una esposizione sulla stampa non opportuna…

Non è questione di toni duri ma di una discussione franca. Nel PD ci sono varie culture politiche, un pluralismo di opinioni anche divergenti, vi sono cioè delle diversità che vanno valorizzate in quanto le considero una ricchezza. Qualcuno pensa di ricondurre il tutto, per il bene del PD, ad una sorta di rinnovato “centralismo democratico”.
Io tengo la schiena dritta come dovrebbe tenerla sempre anche il PD, se vogliamo che diventi un vero Partito. Sulla stampa è certamente emersa questa situazione di difficoltà del PD che io, sia ben chiaro, voglio contribuire a superare e non ad alimentare.
Ma dipende molto dal Coordinatore Provinciale, il quale, sino ad oggi, ha diviso più che unire o “coordinare”.
Il PD non è “cosa” sua ma di tutti.


Eletti i 13 coordinatori provinciali del PD in Lombardia

Ecco i nomi usciti dalle Assemblee provinciali che si sono svolte sabato 24 novembre in tutte le province lombarde:

BERGAMO Mirosa Servidati
BRESCIA Fabio Ferraglio
COMO Ana Ruiz
CREMA Matteo Piloni
CREMONA Annamaria Abbate
LECCO Virginio Brivio
LODI Giuseppe Russo
MANTOVA Marco Carra
MILANO Giovanni Bianchi
MONZA BRIANZA Enrico Brambilla
PAVIA Giuseppe Villani
SONDRIO Angelo Costanzo
VARESE Stefano Tosi





1 commento:

Anonimo ha detto...

Ecco una nuova citazione per il PD "Per fare le cose occorre tutto il tempo che occorre" (Aldo Moro)