venerdì 29 febbraio 2008

La chiusura del Blog



Fine mese, chiusura del blog.
Avevo annunciato questa decisione nei giorni scorsi.
Si sono chiusi i lavori della Commissione Statuto Nazionale e ho voluto, tramite il blog, darne ampiamente conto.
Nel contempo ho svolto e registrato commenti sull'attività del PD nazionale, regionale e locale.
Oggi abbiamo il sito del PD di Sondrio e questo, anche per me, costituirà uno strumento in più di confronto e discussione.
Un grazie a tutti.
In particolare, ad Irene Bertoletti che mi ha sempre dato un aiuto prezioso, vorrei rivolgere un tributo di affettuosa e sincera gratitudine.
Arrivederci presto.

Ezio Trabucchi

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Coordinamento Provinciale sulle candidature: obiettivo indecoroso


Avremo forse ancora modo di parlarne nel Coordinamento Provinciale. L'ultima riunione di lunedì scorso ha avuto lo svolgimento che conosciamo per una serie di motivi che trovano conferma nelle email che ricevo. L'esecutivo, convocato solo un'ora prima della riunione del Coordinamento fissata peraltro l'ultima sera utile, è stato impossibilitato a presentare una proposta approfondita non solo sui criteri ma anche sui candidati. Insomma soprattutto la discussione sulle candidature andava preceduta, mediata dal Coordinatore e dall'esecutivo per evitare toni, polemiche e dietrologie (e ora tarda). In ogni caso è stato evidente il principale obiettivo, del tutto indecoroso, della riunione. Mi dispiace per un amico come Giorgio Visini, considerato da qualcuno come un "grimaldello" e poi lasciato andare alla deriva... non replicherò sulla stampa in questa fase ma a tutti i partecipanti alla riunione di lunedì dico che ciscuna candidatura inserita nella "rosa dei nomi" è espressione legittima del Coordinamento e non, come è stato scritto, " a dispetto del Coordinamento"...

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giovedì 28 febbraio 2008

PD e radicali, cattolici e laici




Provengo dalla cultura politica del cattolicesimo democratico e so che l'aggettivo "cattolico" è un aggettivo "apolitico". Intendo dire che i cattolici impegnati in politica devono contribuire a costruire un progetto politico in uno Stato laico e non confessionale. Un cattolico vota un partito per il progetto politico che propone, non per il richiamo ad una dimensione religiosa o di fede.

Ecco perchè il dibattito di questi giorni in merito al rapporto PD-radicali e quello ancora più ampio tra il ruolo dei cattolici e dei laici nel PD non mi appassiona più di tanto.

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Ho letto poi i dati del sondaggio Coesis Research effettuato su un campione selezionato di 505 soggetti rappresentativi dei cattolici italiani e pubblicato nel numero di oggi del diffuso settimanale "Famiglia Cristiana".
Alla domanda se si ritiene che un cattolico possa votare uno schieramento comprendente anche il Partito Radicale il 40% degli interpellati ha risposto positivamente, il 25% non ha espresso giudizio, il 35% si è detto contrario.
Ma la ciliegina arriva con il quesito su quali dovrebbero essere le priorità da affrontare nei primi cento giorni della nuova compagine governativa. Solo il 7% ha pensato alla revisione della legge 194 sull’aborto e il 5% ad una nuova legge maggiormente severa sulla droga. Il 3% si è addirittura spinto a ipotizzare una legge sulle coppie di fatto (Dico).
Su una graduatoria di quattordici temi, il più gettonato (75%) è risultato l’aumento dei salari, seguito (50%) dalla riduzione del numero dei parlamentari e (44%) dalla riduzione delle tasse alle famiglie con figli.
Dicono qualcosa o no queste percentuali? A me si.

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La guerra dei numeri: scenari post elettorali incerti




Come ogni campagna elettorale che si rispetti, cominciano a piovere pietre sulla validità dei sondaggi.La guerra dei numeri vede coinvolti nelle ultime ore i risultati stimati da Diamanti e Biorcio da una parte (pubblicati da Repubblica pochi giorni fa) e quelli di Euromedia dall’altra (resi pubblici da Rete4 subito dopo). Secondo Berlusconi le uniche stime che possono avere valore sono ovviamente le ultime, che descrivono una situazione in cui il vantaggio del suo partito e della mini-coalizione appare di 2 o 3 punti più elevato di quanto ipotizzato dai due professori universitari.Ma c’è un problema per l’uomo di Arcore, che ha evitato sapientemente di sottolineare.

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Ed è che con questo margine e con una distribuzione dei voti sul territorio nazionale relativamente simile a quanto è accaduto nel 2006, lo scenario più plausibile della composizione del Senato si avvicina pericolosamente alla situazione verificatasi nelle ultime elezioni. Per essere chiari: un distacco di 7-8 punti nella “Camera alta” non permette alla formazione vincitrice di ottenere una maggioranza solida di senatori.Vediamo più in dettaglio ciò che potrebbe accadere: la coalizione guidata da Berlusconi potrebbe vincere (con un certo margine di sicurezza) in Lombardia, Veneto, Friuli, Puglia, Campania, Sicilia e - probabilmente - Piemonte, Sardegna e Lazio. Vincerebbe viceversa l’accoppiata Pd-Di Pietro in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Trentino, Basilicata e - probabilmente - Marche, Abruzzo e Calabria. Mentre in Molise la situazione è in parità “obbligatoria”, viste le regole elettorali di quella Regione, l’unico territorio con risultato incerto sarebbe la Liguria, dove noi siamo in leggero vantaggio. Ora, con una situazione simile, il numero dei seggi senatoriali conquistabili da Berlusconi è di circa 151, contro i 149 delle liste di opposizione (Veltroni+Bertinotti+Casini ). Ipotizzando la vittoria del Pd-Di Pietro in Liguria, si arriverebbe ad un sostanziale pareggio. Senza contare ovviamente la Val d’Aosta, tradizionalmente associata al centrosinistra, i senatori esteri (forse oggi più vicini al centrodestra) e i consueti senatori a vita, di cui dovrebbe godere maggiormente il centrosinistra. Come è ben chiaro, il monito del leader del Pdl nei confronti degli elettori del centro di Udc e Rosa Bianca non è del tutto campato in aria. È probabilmente vero che un voto a favore di Casini e Tabacci diviene una sorta di opzione in favore di Veltroni, sottraendo quel quantitativo di voti che permetterebbe allo schieramento di centrodestra di vincere qualche Regione in più e di aumentare la propria dote di senatori, attualmente insufficiente per permettere una governabilità bicamerale. È il consueto problema di questa legge elettorale che non riesce a garantire maggioranze solide nei due rami del Parlamento, a meno di conquistare la quasi totalità delle Regioni. Cosa francamente quasi impossibile. Si prospettano quindi scenari post elettorali non facili. Si vedrà.

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lunedì 25 febbraio 2008

Questa sera importante riunione del Coordinamento Provinciale

Convocazione del Coordinamento Provinciale e dei Coordinamenti dei Circoli Mandamentali del PD questa sera, lunedì 25 Febbraio alle ore 20:45, presso la sede di Via Parolo a Sondrio.
All'ordine del giorno l'individuzione di una "rosa di nomi" espressa dal PD di Sondrio per le candidature alle elezioni politiche.

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giovedì 21 febbraio 2008

Domani sera, venerdì 22 febbraio, Fassino a Sondrio





Incontro pubblico organizzato dal Partito Democratico della Provincia di Sondrio con il Segretario regionale Maurizio MARTINA e Piero FASSINO che verranno intervistati da Pierluigi COMERIO, Vicedirettore del quotidiano "la Provincia di Sondrio".


VENERDÌ 22 FEBBRAIO 2008 ore 21.00 Auditorium TORELLI a SONDRIO




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Così a Sondrio: senso di responsabilità e primato dell'unità. Riconosciute le ragioni della nostra azione

Nell'ultima riunione del Coordinamento Provinciale ho apprezzato in diversi punti la relazione di Costanzo. Ha riconosciuto lealmente le ragioni della nostra iniziativa in merito alle primarie, ha fatto propria la proposta di integrare l'ufficio organizzativo, ha evidenziato alcuni profili politici sui quali avevamo richiamato maggiore attenzione. Ha chiarito alcune sue valutazioni.
Importante è stato anche il ruolo della Segreteria Regionale nel sottolineare l'esigenza e la virtù della collegialità nella gestione del partito.
Condiviso dunque l'appello all'unità, nel rispetto del pluralismo di opinioni.
Così è e dovrà essere sempre più il PD anche a Sondrio.

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Mi piace questo PD che detta il ritmo... buona anche la comunicazione...



Mi piace il PD che detta i tempi della scena politica nazionale e i ritmi della campagna elettorale...

Anche sotto il profilo della dimensione comunicativa c’è stata un’accelerazione del Partito Democratico. La vicenda poi di De Mita ha certamente avuto un impatto positivo sull’opinione pubblica. La sensazione è che stiamo facendo sul serio.

Questa settimana, dal 13 al 19 febbraio, il Pd ha guadagnato almeno un punto percentuale. Lo afferma il presidente dell’Swg Roberto Weber, il quale spiega: “i punti di distacco tra le due principali coalizioni (Pdl+Lega e Pd+Idv) sono circa 6-7. Nel Centrodestra c’è una fase di stallo e indubbiamente lo strappo di Casini è erosivo per il Popolo della Libertà”.

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Siamo entrati in un ottimo treno di comunicazione, dettano i tempi e i ritmi della campagna elettorale. Gli altri attori, in questa fase, fanno molta fatica. Non sto dicendo che vinceremo sicuramente le elezioni ma Veltroni sta consolidando il patrimonio che fino a cinque mesi fa era esiguo. Costringe gli altri sempre a inseguire, anche sulle candidature pulite. All’interno del serbatoio del Centrosinistra il Pd sta facendo il pieno, portando via qualcosa anche alla Sinistra Arcobaleno.
E il Centrodestra? Non li vedo. Stanno litigando in Sicilia ed hanno subito lo strappo dell’Udc. I motivi forti di contrasto Fini-Berlusconi sono stati spazzati via in una settimana, Veltroni invece dimostra coerenza.

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De Mita a casa: anche l'intelligenza può riposare...


Ho conosciuto bene De Mita quando sono stato Consigliere Nazionale dei Popolari (bei tempi, avevo 29 anni...).
L'ho rivisto con periodica frequenza nella Commissione Statuto, del quale anch'egli era componente.
Una persona con una capacità di elaborazione politica straordinaria. Come lui pochi, tra questi certamente il mio caro amico Mino Martinazzoli...
Alla "tenera" età di 80 anni (compiuti il 2 febbraio scorso), De Mita riceve la telefonata di Veltroni: "non sei candidabile".

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De Mita così si è scagliato (ieri) al Coordinamento Nazionale: “Io mi ribello a chi vuol far prevalere l'età rispetto all'intelligenza. Se non starò con voi vuol dire che starò contro di voi». Veltroni aveva affermato: “Le regole valgono per tutti. De Mita ha già fatto 44 anni e 9 mesi in Parlamento. Mi dispiace per la sua decisione di lasciare il Pd ma io penso, come hanno fatto personalità come Prodi, Amato e altri, che sia giusto dare spazio ad altri e che l'impegno politico non è legato solo ad una candidatura in Parlamento”.
Cossiga ha inviato una lettera a De Mita invitandolo a non “scivolare nel patetico e nel ridicolo insistendo per essere candidato nel Pd”.
Questa volta condivido il pensiero dell'uomo sardo.

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Si può fare !



Con l'Assemblea Nazionale del 16 febbraio e l'approvazione dello Statuto, del manifesto dei Valori e del Codice Etico, si è in qualche modo concluso il Percorso Costituente del PD.
Ed in realtà l'Assemblea di Roma ha più che altro ratificato i documenti predisposti ed approvati dalle Commissioni in questi mesi di lavoro.
Tutta l'attenzione è ormai rivolta alla campagna elettorale, ed anche il discorso di Veltroni
è servito da lancio della rincorsa che ci vedrà impegnati in questi due mesi per ribaltare un risultato che nella destra (ormai il centro è andato per la sua strada ...) in molti affrettatamente considerano già acquisito.
Vincere le elezioni? Si può fare!
Veltroni Presidente? Si può fare!
Dobbiamo dire che Veltroni nel suo intervento a
Roma ma soprattutto con le scelte concrete che ha fatto in avvio di questa campagna elettorale ha dimostrato coraggio e visione lucida del futuro...

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Approvato all'unanimità dal Coordinamento Nazionale del Pd il Regolamento per le candidature alle prossime elezioni politiche


Ieri a Roma ho assistito a parte dei lavori del Coordinamento Nazionale, nel corso del quale è stato approvato all'unanimità il Regolamento per le candidature alle prossime elezioni politiche.

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Le candidature, stabilisce il Regolamento nazionale, sono definite con il criterio del massimo coinvolgimento degli aderenti e con il metodo delle consultazione disciplinata dal Regolamento stesso. Il Regolamento garantisce la presenza di entrambi i sessi. Non può essere candidato chi si trovi in contrasto con le norme del codice etico. Condizione di non ricandidabilità è l’aver esercitato il mandato parlamentare per la durata di tre mandati (15 anni). Sul tema delle deroghe, il Coordinamento nazionale concede eventuale deroga al Segretario del partito, ai presidenti delle Camere, ai ministri, ai capigruppo parlamentari, alle parlamentari. Deroga potrà essere concessa ai parlamentari che ne facciano richiesta entro il 22 febbraio 2008, ma il numero complessivo di deroghe non potrà comunque superare il 10% degli eletti alle elezioni politiche del 2006 nelle liste di Ulivo, Ds e Margherita. Costituirà elemento di valutazione, in sede di concessione delle deroghe e comunque di ricandidature di parlamentari uscenti, anche il numero dei mandati europei, regionali e di governo esercitati. Per quanto riguarda le scelte, sulla base di quanto emerso dai circoli il Coordinatore provinciale redige entro il 26 febbraio una rosa di nomi che indica al Segretario regionale, tenendo conto delle indicazioni emerse dai circoli. Sulla base delle indicazioni raccolte il Segretario regionale, predispone entro il 2 marzo 2008, d’intesa con la conferenza dei Segretari regionali e con il gruppo di lavoro nazionale di cui all’art. 6 comma 2 del presente Regolamento, una proposta di lista che recepisce le candidature nazionali di cui all’art. 8 e che assicura una rappresentanza femminile pari almeno a un terzo delle candidature e dei potenzialmente eletti ed una equilibrata presenza dei rappresentanti di tutte le province. Il Coordinamento nazionale approva tutte le liste per l’elezione di Camera e Senato entro il 3 marzo 2008.

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Il Pd e l'autonomia federale. Statuto nazionale e statuti regionali


Dopo aver presentato i capitoli dello Statuto nazionale relativi ai soggetti fondamentali della vita politica del partito, gli elettori e gli iscritti, provo ad analizzare il capitolo terzo sui principi che regolano l’autonomia federale e gli articoli relativi ai mandati e alle candidature.

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Nello Statuto nazionale c'è un capitolo significativo sul federalismo, il terzo, dedicato al tema dell’autonomia e dei poteri delle strutture territoriali del PD. Tutto quello che non è riconducibile ai principi dello Statuto nazionale può essere disciplinato dallo statuto del Partito Democratico delle singole regioni. Sono due gli aspetti fondamentali e generali dell’autonomia statutaria. Il primo è relativo alla forma organizzativa del partito, che può essere decisa da ogni singola regione. Il principio fondamentale che lo Statuto nazionale impone a quelli regionali è l’elezione diretta da parte degli elettori del Segretario politico e della assemblea regionale, con la contestuale determinazione dell’indirizzo politico. L’impostazione federalista del PD è qualificata anche dal riconoscimento dell’autonomia degli organi regionali nelle decisioni politiche. Prendiamo il tema delle alleanze. Lo Statuto consente al PD regionale l’autonomia nelle scelte politiche a qualsiasi livello locale: regionale, provinciale e comunale. Siamo di fronte ad una affermazione importante. Il fatto che si possa e si debba avere per Statuto questa possibilità, non significa che il partito non abbia una linea politica nazionale unitaria ma significa riconoscere che in ambito locale può essere ammessa una scelta politica differente, anche non simmetrica rispetto a quella nazionale. Ad esempio, se il Partito Democratico della Sardegna volesse fare un’alleanza con il Partito Sardo d’Azione, potrebbe farla senza chiedere il permesso. In astratto, potrebbe farla anche con un partito (alla sua destra o alla sua sinistra) che a Roma sostiene Berlusconi. Una procedura che non sarebbe stata possibile attuare in passato. Unico limite di natura statutaria è quello che la scelta politica non vada ad alterare l’identità del partito, entrando in contraddizione con il Manifesto dei Valori e con il Codice Etico (art. 12). Gli statuti regionali dovranno decidere come si organizzeranno le realtà provinciali e cittadine o le altre dimensioni territoriali che esso prevederà. Agli statuti regionali spetterà anche la scelta di elezione diretta dei segretari anche per le province e i comuni. A tutto questo si aggiunge un altro aspetto importante, che non era previsto da tutti i partiti confluiti nel PD (e non è previsto dall’attuale legge di finanziamento pubblico dei partiti), quello del 'federalismo finanziario'. Il finanziamento pubblico dei partiti mediante i rimborsi elettorali che dipendono dalle elezioni regionali e locali va al partito regionale. L'impostazione federalista si completa con l'introduzione di una rappresentanza delle regioni, eletta autonomamente dalle liste collegate alla segreteria nazionale, di 300 persone che vanno ad aggiungersi ai mille dell'Assemblea Costituente nazionale in rappresentanza delle regioni. Ovviamente, la delegazione delle regioni, non essendo stata eletta in collegamento con il segretario nazionale, non può partecipare (insieme alla delegazione dei parlamentari nazionali) al voto che chiedesse la revoca del segretario politico nazionale. I segretari regionali affiancano la delegazione regionale nella Assemblea nazionale e costituiscono poi la Convenzione nazionale dei segretari, una struttura che serve a raccordare le politiche regionali del PD con quelle nazionali. Una volta approvato lo Statuto, i principi fondamentali valgono per le scelte che si faranno a cominciare da queste elezioni politiche. Circa i mandati per le candidature, è previsto un limite massimo di tre mandati (da intendersi come durata di tre mandati pieni, dunque quindici anni) solo per il Parlamento nazionale ed europeo. Non è obbligatorio raggiungere il limite massimo consentito. Rispetto alle prime versioni della proposta di Statuto il criterio è diventato più restrittivo, perché le legislature non devono essere consecutive. La norma riguarda il ciclo della vita politica della persona. Valgono tutte le legislature realizzate, anche quelle anticipate e separate da eventuali interruzioni, e la disposizione è retroattiva, si applica anche ai parlamentari uscenti. Su questo tema mi sento di fare una considerazione: il rapporto tra l’esperienza politica regionale e nazionale, e quello del cumulo dei mandati è meno sentito nelle altre regioni rispetto alla Sardegna e forse alla Sicilia. In Sardegna è più sentito perchè nella storia dei grandi partiti di massa, tranne qualche eccezione, è diventata una prassi usuale fare prima il consigliere regionale per diverse legislature e poi intraprendere l’esperienza legislativa nazionale e questo ha procurato finora l’accesso all’esperienza parlamentare nazionale di un personale politico più anziano della media delle altre realtà territoriali. Anche questo aspetto del limite dei mandati viene affrontato in senso federalista e autonomista dalla carta fondamentale: il Partito Democratico, infatti, riconosce agli statuti regionali la possibilità di determinare limiti ai mandati diversi nell’ambito di ciascuna regione. La regola dei tre mandati non è obbligatoriamente da trasferire in ambito regionale, nel senso che una regione potrebbe anche optare per un periodo più breve o più lungo. Lo statuto regionale potrebbe decidere di considerare il cumulo temporale dei mandati facendo valere anche quelli realizzati in consiglio regionale, ovvero nell’esecutivo regionale o a capo di province e comuni capoluogo, nel senso di vincolare gli iscritti al PD sardo interessati all’esperienza legislativa nazionale alla regola per cui in caso di superamento dei quindici/venti anni occorra comunque una deroga innanzitutto dalla regione interessata. Le deroghe al limite dei mandati nazionali potranno essere decise entro il numero massimo del 10% dei parlamentari uscenti. In vista delle prossime elezioni politiche potranno essere non più di 28 in tutta Italia; ci saranno quindi circoscrizioni, alla Camera o al Senato, dove la deroga non potrà essere concessa dal Coordinamento Nazionale.

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lunedì 11 febbraio 2008

Domani martedì 12 febbraio la riunione del Coordinamento Provinciale del PD

Per domani, martedì 12 febbraio 2008 ore 20.45, è stato convocato il Coordinamento Provinciale del PD.

All'ordine del giorno:

1)Valutazioni situazione politica nazionale;
2)Elezioni amministrative a Sondrio.

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Angelo Schena scende in campo per le elezioni di Sondrio


Abbiamo ricevuto la seguente nota di Angelo Schena :

SONDRIO CITTA' NEL CUORE DELLE ALPI, CON LE ALPI NEL CUORE

E' da questo assunto che parte e si sviluppa il progetto che intendiamo proporre ai sondriesi in vista delle prossime elezioni amministrative: pensare, immaginare una Sondrio ecologica, una eco-città, ricca di spazi e di verde, vivibile e senza inquinamento.
Ti chiedo quindi di partecipare all'incontro che si terrà nella serata di

VENERDI' 15 FEBBRAIO 2008 ORE 20.45
presso la Sala Besta della Banca Popolare di Sondrio

e di estendere l'invito ai tuoi amici interessati a cambiare in tal senso la nostra città

Gruppo "PER SONDRIO"
Angelo Schena

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Loris Dal Molin: Grazie ai cittadini che hanno firmato per le primarie del PD

Riceviamo e pubblichiamo volentieri il pezzo dell'amico Loris Dal Molin:

Ho letto il resoconto di Trabucchi dell'08/02/08:le primarie non si faranno!
Nel frattempo le sta facendo il quotidiano La Provincia (sic!); ma guardiamo avanti!
Ho partecipato, assieme ad altri, con passione alla raccolta delle firme. Voglio ringraziare le decine di cittadini e cittadine Sondrasche che hanno condiviso IL PERCHÈ si chiedesse loro di tradurre con una firma il consenso alla nostra proposta politica.
Non è stato né banale, né scontato spiegare l'iniziativa: l'importanza COSTRUTTIVA e non qualunquistica “contro”, ma “per” a sostegno di una problematica che non è certo nella quotidianità del parlare familiare.

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Forse chi non ha condiviso può cercare di sostenere che si sarebbe raccolto altrettanto con un quesito rovesciato? Oltre che paradossale con il DNA di nascita del partito, ciò denoterebbe una
esperienza “salottiera” in tema di raccolta. Certo un quesito più semplice da proporre alle osterie
vocianti del tipo: "firma per la difesa dei nos magenc" sarebbe stato più semplice e redditizio.
Lo strumento della raccolta firme “a sinistra” è sempre stato abituale e propositivo: non va enfatizzato però quando lo usiamo noi, non va banalizzato quando lo usano gli altri.
Quanto fatto mi sembra di capire ha indotto (finalmente) il partito a ripensare le proprie strategie ed a riconoscere i propri errori di indirizzo e metodologici.

Proporre a Molteni di mettersi a disposizione per le primarie del partito è stato un atto di serietà e consapevolezza del ruolo del partito stesso di non subalternità a chicchessia.
Molteni ha ritenuto di non mettersi a disposizione per tale iniziativa? È un atto legittimo, ma oltre che discutibile sottende una notevole supponenza politica.
Certo che se “il parco macchine “fosse stato più nuovo, più ampio”........... ma tantè!
Per il bene della città e della sana politica all'utilizzo della quale saremo nuovamente interrogati
è bene che tutto ora si ricomponga usando opportunamente quello che c'è: sia il candidato, sia il ruolo del partito.
Mi auguro una serena, unitaria, ricomposta e costruttiva relazione di apertura dei lavori di domani, nonchè una conseguenziale e coerente comunicazione di merito al “mondo intero”, perchè l'obiettivo non è tanto vincere le destre, ma far governare una “nuova e buona politica” cui pensiamo a ragione di essere portatori. Loris Dal Molin

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La Commissione ha licenziato lo Statuto. L'approvazione definitiva all'Assemblea Costituente convocata a Roma sabato 16 febbraio 2008




















Romano Prodi e Walter Veltroni hanno sciolto gli indugi e hanno convocato l'Assemblea Costituente nazionale per l'approvazione dello Statuto del PD sabato 16 febbraio a Roma. Lo Statuto è stato licenziato a grande maggioranza dalla Commissione nella seduta del 1-2 febbraio scorso. Ezio Trabucchi, membro della Commissione, in una prima nota- ne seguiranno altre sulle varie parti dello Statuto - prova a metterne in luce i principali contenuti a partire dal 1°capitolo: partecipazione delle donne e la distinzione tra albo degli iscritti e degli elettori democratici.
(Al link che segue il documento integrale approvato dalla Commissione Nazionale http://ezio.democratico.googlepages.com/StatutoPD-TestoCommissione_protetto.pdf)

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Mi sembra che il lavoro svolto dalla Commissione Statuto nella sostanza mantenga la promessa, fatta il 14 ottobre, di un partito nuovo, con elementi di forte discontinuità rispetto a quelli che hanno meritoriamente scelto di sciogliersi. I problemi che avevamo davanti e a cui ci premeva dare risposte concrete erano gli spazi per la democrazia interna, la capacità di costruire strumenti di partecipazione per i cittadini-elettori e i momenti di incontro; creare le condizioni perché le persone possano incidere nelle scelte della politica e quindi determinare la vita del nostro Paese a livello regionale e nazionale.
Tra i principi fondamentali dello Statuto, che segnano la svolta rispetto all’esperienza politica del passato, sottolineo il contenuto del primo capitolo, dedicato ai ‘Principi e soggetti della democrazia interna’ con una forte determinazione nel far contare le donne in politica. Per Statuto d’ora in avanti si conferma la regola della parità fra i generi negli organi interni del partito e la si favorisce nelle candidature per le assemblee elettive ed anche per le cariche monocratiche istituzionali.
A partire da questo punto, la seconda considerazione che mi piace fare è che non ci sono altri partiti che nel loro Statuto fissano esplicitamente dei doveri nei confronti dei propri elettori e dei propri iscritti. Per noi il rapporto cittadini-elettori viene rifondato e questo lo dimostra il fatto che ci siamo posti dei doveri. Abbiamo individuato i soggetti fondamentali della vita democratica del Partito: gli elettori e gli iscritti. Abbiamo raggiunto un compromesso tra l’idea di ‘partito liquido’ che si mette a lavorare solo in vista delle elezioni attorno alle candidature per le istituzioni e la tradizionale organizzazione di iscritti.
Il PD esiste per mezzo dei suoi iscritti ma senza diventare il ‘partito delle tessere’, è un partito che si confronta costantemente con i suoi elettori, che decidono la linea politica ed i gruppi dirigenti. Questa è una forma-partito nuova, che non contraddistingue nessun altro partito italiano e forse europeo. L’offerta politica del PD viene determinata dall’elaborazione delle idee e dalle persone che provengono dal partito/associazione: l’elaborazione degli iscritti viene poi sottoposta ad una platea più vasta e allargata, interessata alla proposta. Quelli che ieri chiamavamo ‘popolo delle primarie’ oggi diventano ‘gli elettori democratici’.
Ha vinto la tesi che per cui diventi elettore democratico nel momento in cui partecipi all’elezione diretta del segretario del partito nazionale e regionale, partecipi alle primarie, scegli i candidati alle istituzioni democratiche, partecipi ai forum e ai referendum e ti rendi disponibile ad essere iscritto all’Albo degli elettori. Non devo essere pre - iscritto ma acquisisco la mia qualità di elettore democratico andando a votare e partecipando.
Quindi mettiamo insieme coloro che all’attività politica vogliono dedicare del tempo in modo continuativo ma anche coloro che saltuariamente si interessano ai processi politici, che vogliono condividere e sostenere le idee ma non vogliono partecipare alle loro elaborazione. Politica come scelta di vita e politica come impegno saltuario possono stare insieme, hanno entrambe un valore prezioso se riusciamo a farle convivere.
Gli iscritti hanno dei doveri in più ma hanno dei diritti in più. Per gli organi interni l’elettorato passivo, quindi il ‘diritto ad essere eletto’ ce l’hanno gli iscritti, come accade normalmente in qualsiasi associazione. Il diritto a governarla ce l’ha chi sta dentro non chi sta fuori. Oltre al dovere di contribuire finanziariamente al partito a seconda degli incarichi ricoperti. Due diverse sfere di diritti-doveri, due albi diversi per elettori ed iscritti. L’Albo degli elettori si formerà via via che maturano le esperienze di partecipazione alla vita del partito (elezione diretta, primarie, etc). Chiunque può iscriversi in qualsiasi momento. Per partecipare ad una primaria non c’è bisogno di iscriversi in anticipo.
Il compromesso tra la spontaneità di partecipazione e il controllo del possibile inquinamento si ha nel momento in cui si sottoscriverà un’adesione più impegnativa di quella assunta il 14 ottobre.Così l’impegno nei confronti del Codice etico, dello Statuto e del Manifesto riguarda solo gli iscritti. Per gli elettori, l’impegno è affievolito. Ad essi chiediamo di dichiarare di riconoscersi nella proposta politica del Partito Democratico, in occasione della occasione in cui chiedono di partecipare. Nessuno potrà contestare all’elettore democratico la mancata osservanza di una norma dello Statuto, ma certamente il regime non segreto dell’albo degli elettori (che si impegnano ad ampliare i consensi sul PD accettandone esplicitamente la proposta politica) contribuirà ad impedire l’utilizzo strumentale e l’inquinamento delle consultazioni “aperte” del PD.
All’ elettore democratico che concorre per un incarico istituzionale come candidato e che infine viene eletto, per esempio come consigliere regionale del Pd ma non si iscriva al partito, lo Statuto richiede invece di essere comunque presente nella vita associativa e come minimo di aderire al gruppo consiliare.

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venerdì 8 febbraio 2008

Niente primarie. Giudizio severo della Segreteria Regionale: gravi errori del PD di Sondrio. Appello del PD lombardo a Trabucchi e Dioli.

Giovanni Bettini e altri amici mi sollecitano a riferire puntualmente quanto successo in questi giorni. Lo posso fare solo oggi in quanto impegnato ieri a Milano.

I fatti:

lunedì scorso, 4 febbraio, era previsto l'incontro con il Coordinatore provinciale, la Segreteria Regionale nella persona di Alessandro Alfieri (responsabile Enti locali) e Molteni. Oggetto dell'incontro le primarie del PD.

Alfieri comunica a Costanzo la sua sopraggiunta impossibilità a partecipare ( ecco il testo dell'email: Caro Angelo, purtroppo la fase finale della candidatura di Milano all'Expo del 2015 è entrata nel vivo. Oggi avevamo 140 tra Ministri degli esteri e del Commercio estero o ambasciatori dei Paesi che voteranno il 31 marzo.
Sono rimasto bloccato. Mi dispiace non poterci essere. Ti propongo di venire mercoledì a Sondrio per valutare insieme un'ipotesi di lavoro in vista delle amministrative. In attesa di un tuo riscontro, ti saluto.
Ciao,
Alessandro).

Si arriva dunque a mercoledì 6 febbraio. Alfieri incontra da solo Molteni e, nel corso del colloquio, gli sottopone il documento redatto da Trabucchi e Dioli per conto dei sottoscrittori della raccolta firme pro primarie.

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Tale documento, anticipato anche a Costanzo, è il seguente:

L’evoluzione della situazione politico-organizzativa che ha interessato in questi mesi il PD di Sondrio, grazie anche al fattivo contributo della Segreteria Regionale, induce a ritenere possibile, per le elezioni amministrative di Sondrio, capoluogo della Provincia, un percorso comune e condiviso che si articola nei seguenti atti:
- indizione delle primarie del PD aperte alla partecipazione di tutti gli aderenti, elettori e simpatizzanti;
- indicazione delle modalità di svolgimento delle primarie da attuarsi entro e non oltre il mese di febbraio, previa definizione di apposito regolamento;
- richiesta formale ad Alcide Molteni di partecipare alle primarie;
- riconoscimento della eventuale disponibilità di Molteni a partecipare alle primarie quale espressione di tutto il gruppo dirigente provinciale del PD;
- impegno comune nella individuazione di altra/e candidatura/e al solo scopo di rendere fattibile lo svolgimento delle primarie in una logica comunque non di contrapposizione alla candidatura di Molteni ma con l’unico intento di arricchire il progetto di governo della città;
- attribuzione di un ruolo importante nella compagine amministrativa al/i candidato/i non vincente/i alle elezioni primarie che abbia/no ottenuto una percentuale di consenso significativa, da fissare preventivamente nel predetto regolamento;
- disponibilità, se richiesta, a riconoscere la lista civica “Sondrio Democratica” quale lista del candidato Sindaco Molteni;
- definizione reciproca dei ruoli al fine di attuare la rispettiva autonomia, costruendo da subito e mantenendo condizioni politico-organizzative positive e proficue per una buona amministrazione e, nel contempo, per favorire una presenza delle espressioni politiche efficace ed utile alla cittadinanza: segnatamente, ruolo prioritario del partito nella costruzione del progetto politico e programmatico, con dovuta attenzione al coinvolgimento attivo, partecipato ed indispensabile del candidato Sindaco; ruolo esclusivo del Sindaco nella gestione amministrativa ed istituzionale dell’Ente, col giusto rapporto nei confronti del suo partito e delle forze politiche della coalizione che lo sostengono sulle questioni da lui stesso ritenute utili e necessarie;
- condivisione della sollecitazione della Segreteria Regionale al superamento dei problemi e delle difficoltà che hanno segnato fin qui negativamente l’attività del PD di Sondrio;
- impegno del partito, con la nuova definizione politico-organizzativa dei suoi organismi, a valorizzare e chiamare a responsabilità le diverse sensibilità fondanti il PD, quale condizione imprescindibile per dare attuazione agli impegni sopra richiamati e per avviare una positiva e forte crescita del partito anche nella nostra provincia.
Sondrio, 4 febbraio 2008

Molteni dichiara, come comunicatoci da Alfieri, la sua indisponibilità a partecipare alle primarie, pur confermando la sua vicinanza all'area politica del PD.

Segue l'incontro presso la sede di via Parolo. Presenti i componenti dell'esecutivo (Costanzo, Curti, Roberto Marchini, Simonini, Bronda), Alfieri, Dioli e il sottoscritto.

Alfieri comunica, come detto, la posizione di Molteni. Esprime, e conferma, la posizione della Segreteria Regionale favorevole alle primarie come elemento identitario e caratterizzante del PD (oltre che strumento utile). Formula un giudizio (ripetuto più volte) molto severo nei confronti del PD provinciale, sottolineando gravi errori nella conduzione del partito (era, scherzo del destino, "mercoledì delle ceneri...").

Invita Trabucchi e Dioli, riconoscendo apertamente le ragioni della loro (e di molti altri) presa di posizione, ad aiutare il PD di Sondrio a uscire da questa situazione di difficoltà, stante il momento politico delicato ( in forza anche delle elezioni nazionali).

Costanzo viene sollecitato a tenere conto delle valutazioni emerse proponendo un percorso politico chiaro da qui alle elezioni da sottoporre alla discussione della prossima riunione del Coordinamento provinciale che Costanzo ha dovuto posticipare (per motivi organizzativi) a martedì 12 febbraio.

Questi i fatti.

Commento:

Il documento, sopra riportato, era per me e per tanti amici una proposta di mediazione seria, aperta, leale e credo anche molto utile al PD. Molteni non ha dato (legittimamente) riscontro positivo (sbagliando, a nostro giudizio). Da parte sua, il PD di Sondrio fin dall'inizio non ha voluto sentir parlare di primarie. Ha parlato di primarie di coalizione non credendo neppure a questa opzione tant'è che ha invitato Schena (che incontro in Tribunale senza fissarci incontri) a rinunciare al suo progetto per sostenere la candidatura Molteni. Insomma il PD di Sondrio ( e lo sanno anche i paracarri del capoluogo) si è mosso in maniera "ancillare" e subalterna, rinunciando ad un suo profilo vero ed autorevole.

Stride questo ruolo del PD di Sondrio con quello forte, strategico del PD nazionale.

Una iniziativa, quella di Veltroni e del PD nazionale, che peraltro ho auspicato in tempi non sospetti, suscitando commenti negativi in valle dei soliti "illuminati", noti per arrivare sempre tardi agli "appuntamenti della storia".

Che fare ora ?

Ai tanti amici firmatari del documento pro primarie e a tutti gli amici del PD di Sondrio dico che apriremo una riflessione forte (come sempre) nell'interesse del nostro grande partito, che (tra parentesi) a Roma ho trovato molto unito nella direzione di marcia tracciata da Veltroni.

Martedì prossimo, nella riunione del Coordinamento, daremo il nostro contributo nella speranza che la relazione di Costanzo sia rispondente alle attese e alla fase politica particolarmente importante.

A presto.



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martedì 5 febbraio 2008

Dalle Grave Valerio: basta con le beffe e... le bugie

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il pezzo dell'amico Valerio Dalle Grave:

Abbiamo letto con curiosità la notizia riportata da tutti i media che finalmente giustizia è fatta.
L’enfasi, la commozione quasi, con cui Emilio Fede ha dato la notizia al Tg4 era quella delle grandi occasioni. Berlusconi è stato assolto dal reato di falso in bilancio (lasciamo stare per quale caso avendone lui collezionato una infinità); la Corte di Cassazione ha assolto il sig. Berlusconi in quanto il reato a lui ascritto non è più previsto tale dalla legge italiana.

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Già, dal 1995 al 2008 (periodo in cui si è svolto il processo), lui ha avuto tutto il tempo e le circostanze favorevoli per far approvare una legge ad hoc che cancellasse dal codice penale il reato, appunto, di falso in bilancio.
Non parliamo poi di altre leggi ad personam, del conflitto di interessi mai affrontato e men che meno risolto, eccetera. Il potere di quell’uomo è così forte, così incisivo e così accattivante da permettere al suo pool di avvocati di trovare ogni volta cavilli, pretesti e quant’altro ancora, per ritardare e rinviare nel tempo l’apertura dei processi, facendo cadere in prescrizione i reati per i quali era stato, o è rinviato a giudizio. Non c’è che dire, entrare nelle grazie di un uomo così potente fa dormire tranquilli e permette di contrabbandare per verità indiscusse anche le peggiori bugie, specie nella stesura dei bilanci.
Come dicevo, il suo è un potere anche accattivante perché da buon attore, come dimostra di essere, sa dire le cose al momento giusto e nel luogo giusto, sa dire e smentire con protervia e disinvoltura disarmante anche cose di notevole gravità. Come si dice in gergo, è capace di “bucare il video”.
Si immagini ora l’effetto dirompente che avrà quella notizia tra la gente che ha a che fare con la redazione dei propri bilanci. Quella gente che il governatore della Banca d’Italia ha qualificato come categorie premiate dalla sorte (lavoratori autonomi) avendo aumentato, dal 2000 al 2006, ben il 13,5% il loro reddito (mentre i lavoratori dipendenti, sempre nello stesso periodo, sono rimasti al palo, con uno 0,32%).
Chissà come saranno contenti anche quegli amministratori pubblici che pur in presenza di pesanti condanne per corruzione e frode passate in giudicato, si vedono premiati con incarichi di prestigio, come è il caso del sig. Caltagirone recentemente nominato dal governo della Regione Lombardia a Direttore Generale del Policlinico San Matteo di Pavia.
Vien da dire in proposito: a che serve essere onesto e scrupoloso?, se più sei corrotto più vieni premiato?. Altro sconcio ripugnante lo abbiamo osservato alla TV quando ci ha mostrato un sig. Cuffaro (governatore della Sicilia) tutto sorridente con un vassoio di cannoli in mano che festeggiava la sua condanna a cinque anni di carcere per truffa e corruzione. Ma la cosa peggiore che aggrava lo sconcio, sono le manifestazioni di solidarietà pervenutegli da alcuni big della politica destrorsa italiana.
Questa fotografia distorta dell’Italia, fatta di scandali, truffe, incidenti sul lavoro, criminalità organizzata, conflitto di interessi, reati impuniti, quantità di rifiuti lasciati per le strade, inquinamento e deturpazione del territorio, carriere costruite sulla fedeltà e non sulla competenza, eccetera, che gira sui Media internazionali non ci fa onore. Ma questa non è l’Italia vera!
L’Italia vera è quella che vive nella legalità, è quella costituita da tanti seri lavoratori e lavoratrici, da famiglie che costruiscono il loro avvenire onestamente e spesso con grandi difficoltà economiche, da professionisti eccellenti, da imprenditori seri che sanno assumersi fino in fondo le responsabilità sociali dell’impresa e dimostrano di amare la loro impresa attraverso il rispetto e la stima dei loro collaboratori, da scienziati che con il loro impegno danno lustro al Paese, da artisti e intellettuali che ne rappresentano l’anima creativa, dal volontariato sociale, da funzionari competenti veri servitori dello stato.
L’Italia vera è questa. Dobbiamo rivendicarla ad ogni livello come dovuta ad un popolo che se la merita e che rifiuta di essere usato e strumentalizzato da gruppi di potere e da interessi di parte. Dobbiamo dire basta a chi usurpa e deturpa l’immagine giusta di un paese che sappiamo essere grande per storia e dignità nazionale. Dobbiamo far emergere l’Italia maggioritaria, quella virtuosa, quella che ha come unico scopo il bene comune. Dalle Grave Valerio

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venerdì 1 febbraio 2008

Sospesa la raccolta firme in vista dell’incontro con Molteni

La raccolta firme in appoggio al documento “Appello per le primarie del Partito Democratico” è stata sospesa in vista dell’incontro di lunedì prossimo con il Coordinatore Costanzo e Molteni, alla presenza della Segreteria regionale del PD.
L’obiettivo delle 600 firme, che ci eravamo posti qualche giorno fa, è stato raggiunto.
Non abbiamo quindi ritenuto opportuno dare corso alle iniziative pubbliche, ovvero i gazebo, che avevamo inizialmente programmato per la giornata di sabato 2 febbraio.

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Perché noi, nonostante quello che qualcuno ha sostenuto e sostiene tuttora, vogliamo bene al Partito Democratico e non vogliamo assolutamente danneggiarlo, anzi!
La raccolta firme è segno della nostra “passione” per il nuovo Partito: perché non avremmo potuto accettare un ruolo di secondo piano di questa nuova compagine politica nella partita delle amministrative di Sondrio.
Perché siamo convinti, e gli ultimi risultati ci hanno dato nuovamente ragione, che in questa fase così delicata la gente, il popolo delle primarie, rivendica sempre più spesso ambiti per esprimere direttamente il proprio pensiero. Questa è la fase non dell’antipolitica, come qualcuno ha tentato di farci credere, ma dell’iperpolitica.
In questo contesto, dunque, dove a livello nazionale il PD decide di correre da solo, definendo le alleanze dopo le elezioni, il livello locale deve rivendicare e svolgere un ruolo di primo piano nella partita delle amministrative e deve garantire ai propri elettori e/o simpatizzanti ambiti di espressione adeguati.
Le primarie sono lo strumento innovativo e caratterizzante sia per garantire questo diritto di espressione sia per dare avvio ad un dibattito, civile e dinamico, all’interno della società sondriese, finalizzato a rinnovare quella “coscienza civile” che è drammaticamente mancata durante tutta l’era Bianchini.
Speriamo che, nell’incontro di lunedì, ci sia la reale e concreta disponibilità a rivedere le reciproche posizioni, scegliendo la soluzione migliore possibile per il bene del Partito.
Confidiamo infine che questa raccolta firme rappresenti un “episodio circoscritto”, nato in risposta ad un momento da noi giudicato estremamente critico per il futuro sviluppo del Partito in città ed in provincia, e che un domani non sia più necessario ricorrere a questa forma di coinvolgimento popolare.

Nella speranza di una conclusione positiva, ringraziamo tutti coloro che hanno condiviso e sottoscritto il nostro documento, nonché tutti quelli che si sono spesi in prima persona impegnandosi nella raccolta delle firme.

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