Romano Prodi e Walter Veltroni hanno sciolto gli indugi e hanno convocato l'Assemblea Costituente nazionale per l'approvazione dello Statuto del PD sabato 16 febbraio a Roma. Lo Statuto è stato licenziato a grande maggioranza dalla Commissione nella seduta del 1-2 febbraio scorso. Ezio Trabucchi, membro della Commissione, in una prima nota- ne seguiranno altre sulle varie parti dello Statuto - prova a metterne in luce i principali contenuti a partire dal 1°capitolo: partecipazione delle donne e la distinzione tra albo degli iscritti e degli elettori democratici.
(Al link che segue il documento integrale approvato dalla Commissione Nazionale http://ezio.democratico.googlepages.com/StatutoPD-TestoCommissione_protetto.pdf)
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Mi sembra che il lavoro svolto dalla Commissione Statuto nella sostanza mantenga la promessa, fatta il 14 ottobre, di un partito nuovo, con elementi di forte discontinuità rispetto a quelli che hanno meritoriamente scelto di sciogliersi. I problemi che avevamo davanti e a cui ci premeva dare risposte concrete erano gli spazi per la democrazia interna, la capacità di costruire strumenti di partecipazione per i cittadini-elettori e i momenti di incontro; creare le condizioni perché le persone possano incidere nelle scelte della politica e quindi determinare la vita del nostro Paese a livello regionale e nazionale.
Tra i principi fondamentali dello Statuto, che segnano la svolta rispetto all’esperienza politica del passato, sottolineo il contenuto del primo capitolo, dedicato ai ‘Principi e soggetti della democrazia interna’ con una forte determinazione nel far contare le donne in politica. Per Statuto d’ora in avanti si conferma la regola della parità fra i generi negli organi interni del partito e la si favorisce nelle candidature per le assemblee elettive ed anche per le cariche monocratiche istituzionali.
A partire da questo punto, la seconda considerazione che mi piace fare è che non ci sono altri partiti che nel loro Statuto fissano esplicitamente dei doveri nei confronti dei propri elettori e dei propri iscritti. Per noi il rapporto cittadini-elettori viene rifondato e questo lo dimostra il fatto che ci siamo posti dei doveri. Abbiamo individuato i soggetti fondamentali della vita democratica del Partito: gli elettori e gli iscritti. Abbiamo raggiunto un compromesso tra l’idea di ‘partito liquido’ che si mette a lavorare solo in vista delle elezioni attorno alle candidature per le istituzioni e la tradizionale organizzazione di iscritti.
Il PD esiste per mezzo dei suoi iscritti ma senza diventare il ‘partito delle tessere’, è un partito che si confronta costantemente con i suoi elettori, che decidono la linea politica ed i gruppi dirigenti. Questa è una forma-partito nuova, che non contraddistingue nessun altro partito italiano e forse europeo. L’offerta politica del PD viene determinata dall’elaborazione delle idee e dalle persone che provengono dal partito/associazione: l’elaborazione degli iscritti viene poi sottoposta ad una platea più vasta e allargata, interessata alla proposta. Quelli che ieri chiamavamo ‘popolo delle primarie’ oggi diventano ‘gli elettori democratici’.
Ha vinto la tesi che per cui diventi elettore democratico nel momento in cui partecipi all’elezione diretta del segretario del partito nazionale e regionale, partecipi alle primarie, scegli i candidati alle istituzioni democratiche, partecipi ai forum e ai referendum e ti rendi disponibile ad essere iscritto all’Albo degli elettori. Non devo essere pre - iscritto ma acquisisco la mia qualità di elettore democratico andando a votare e partecipando.
Quindi mettiamo insieme coloro che all’attività politica vogliono dedicare del tempo in modo continuativo ma anche coloro che saltuariamente si interessano ai processi politici, che vogliono condividere e sostenere le idee ma non vogliono partecipare alle loro elaborazione. Politica come scelta di vita e politica come impegno saltuario possono stare insieme, hanno entrambe un valore prezioso se riusciamo a farle convivere.
Gli iscritti hanno dei doveri in più ma hanno dei diritti in più. Per gli organi interni l’elettorato passivo, quindi il ‘diritto ad essere eletto’ ce l’hanno gli iscritti, come accade normalmente in qualsiasi associazione. Il diritto a governarla ce l’ha chi sta dentro non chi sta fuori. Oltre al dovere di contribuire finanziariamente al partito a seconda degli incarichi ricoperti. Due diverse sfere di diritti-doveri, due albi diversi per elettori ed iscritti. L’Albo degli elettori si formerà via via che maturano le esperienze di partecipazione alla vita del partito (elezione diretta, primarie, etc). Chiunque può iscriversi in qualsiasi momento. Per partecipare ad una primaria non c’è bisogno di iscriversi in anticipo.
Il compromesso tra la spontaneità di partecipazione e il controllo del possibile inquinamento si ha nel momento in cui si sottoscriverà un’adesione più impegnativa di quella assunta il 14 ottobre.Così l’impegno nei confronti del Codice etico, dello Statuto e del Manifesto riguarda solo gli iscritti. Per gli elettori, l’impegno è affievolito. Ad essi chiediamo di dichiarare di riconoscersi nella proposta politica del Partito Democratico, in occasione della occasione in cui chiedono di partecipare. Nessuno potrà contestare all’elettore democratico la mancata osservanza di una norma dello Statuto, ma certamente il regime non segreto dell’albo degli elettori (che si impegnano ad ampliare i consensi sul PD accettandone esplicitamente la proposta politica) contribuirà ad impedire l’utilizzo strumentale e l’inquinamento delle consultazioni “aperte” del PD.
All’ elettore democratico che concorre per un incarico istituzionale come candidato e che infine viene eletto, per esempio come consigliere regionale del Pd ma non si iscriva al partito, lo Statuto richiede invece di essere comunque presente nella vita associativa e come minimo di aderire al gruppo consiliare.
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