mercoledì 2 gennaio 2008

L'intervento di Ruina (Rifondazione comunista) sulle prossime elezioni di Sondrio

Riporto integralmente l'intervento di Carlo Ruina in merito alle prossime elezioni amministrative di Sondrio, pubblicato sulla "Provincia" il 30 dicembre 2007.
Chiunque può esprimere un commento... se vuole tramite il blog.
Anch'io lo farò presto. Vi sono spunti interessanti...







Le primarie: uno strumento utile per scegliere, ma che siano di coalizione...
di Carlo Ruina, già capogruppo di Rifondazione al Comune di Sondrio

Primarie sì, primarie no, primarie quali? Sono sollecitato ad intervenire su questo argomento, relativo alle candidature a sindaco nelle elezioni della primavera prossima al Comune di Sondrio, dall'acceso dibattito che sta suscitando nel Partito Democratico e dintorni. Premetto che considero le primarie uno strumento possibile per individuare un candidato o una candidata "forte" in grado di competere elettoralmente, non le considero un dogma assoluto, valido in sé e per sé. Ritengo preliminari alla decisione sulla scelta delle primarie tre elementi: l'individuazione dello schieramento politico destinato a competere, alcune linee programmatiche di fondo, la presenza di più candidature. Il primo punto, lo schieramento: sono convinto, come qualsiasi persona di buon senso, che non esista in Sondrio nessun partito in grado di vincere da solo le elezioni comunali, il che obbliga ad una logica di coalizione. Tale coalizione deve essere sufficientemente ampia da poter vincere e sufficientemente coesa da poter amministrare (aspetto quest'ultimo che è mancato al Centro -Destra). Per quanto riguarda l'ampiezza della coalizione serve non solo una coalizione di partiti, ma anche l'apporto di liste civiche, di liste del sindaco ed in primis di quella formazione, denominata Sondrio Democratica, che è risultata la più votata dai Sondriesi dal 1994 al 2003. Da che cosa partire per costruire questa coalizione ampia? Veniamo qui al secondo aspetto: quello della coesione. Sono convinto che il punto di partenza non possa che essere quell'insieme di formazioni che in Comune hanno esercitato il ruolo dell'opposizione in una situazione di estrema difficoltà in cui le più elementari regole della democrazia venivano calpestate. In questo quadro le forze di Centro-Sinistra hanno dato prova di compattezza sulla maggior parte dei temi in discussione e sugli atteggiamenti da assumere. Mi sembra dunque questo il "nucleo forte" da cui partire, per allargarlo a quanti condividano un programma comune; questo ragionamento è ancora più valido nel momento in cui le forze politiche del Centro-Destra prendono, tutte, le distanze dall'amministrazione Bianchini, come se non fossero tutte, dalla Lega all'Udc, da Forza Italia ai Retici ad An, corresponsabili del disastro di cui è stata vittima la città di Sondrio, disastro di cui la stragrande maggioranza dei sondriesi è perfettamente cosciente. Nel definire l'ampiezza della coalizione una prima discriminante è necessaria: nessun accordo è possibile con chi è stato corresponsabile di quel "disastro annunciato", per il resto massima apertura. Sulle questioni di programma mi soffermo poco, perché questo è in larga parte dettato da una sola parola d'ordine: risanamento, rispetto ai guasti causati da una amministrazione nello stesso tempo incapace e megalomane, che nulla ha portato a compimento, che molto ha fatto a favore della speculazione edilizia e dei poteri forti e i cui simboli sono il "buco infinito" di piazza Garibaldi e gli "ecomostri" del Moncucco; per portare a termine il necessario risanamento servono pazienza, competenza ed umiltà, oltre che poche linee programmatiche forti: un piano di Governo del Territorio che limiti al massimo l'edificabilità e tagli le unghie alla speculazione edilizia, una meticolosa attenzione per la cura dell'ambiente e del territorio, il rilancio dei servizi al cittadino, un recupero di "vitalità" sul piano della cultura, del divertimento, del piacere e dell'allegria del vivere, del comunicare, per essere insomma una città solidale e socialmente coesa, provvista di una propria identità, non chiusa ed anonima. Da ultimo il tema delle candidature a sindaco di Sondrio e quindi delle primarie: è del tutto ovvio che alla città di Sondrio serve un sindaco capace ed autorevole; attualmente, per quanto riguarda l'area a cui facevo riferimento sopra, è in campo la candidatura di Alcide Molteni ed è ventilata quella di Angelo Schena, persone che rispondono ai requisiti di cui sopra, altre candidature non sono attualmente in campo; come procedere dunque? Fare delle primarie di "partito" come sembrano volere alcuni settori del Partito Democratico? Non è invece più semplice, più democratico, più corretto, in presenza di una pluralità di candidature svolgere delle primarie di "area", di coalizione, sul modello di quelle che hanno portato in campo nazionale alla designazione di Prodi? Si stendano dunque, una volta fatta chiarezza su quale debba essere la coalizione in corsa, delle semplici linee di programma da arricchire successivamente e scendano in campo per delle "primarie di coalizione" quanti siano disponibili a concorrere, senza furbizie e pretattiche, alla carica di sindaco, a meno che tutti si converga su una figura da tutti considerata valida; ciò che escludo in modo assoluto è che il candidato sindaco possa essere designato da una sorta di "partito unico", con primarie o senza primarie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Prima veloce osservazione: "Nel definire l'ampiezza della coalizione una prima discriminante è necessaria: nessun accordo è possibile con chi è stato corresponsabile di quel "disastro annunciato", per il resto massima apertura".
Non capisco a questo punto la massima apertura a chi si possa riferire e non mi pare nemmeno logico impedire "a priori" qualsiasi ragionamento con altre forze sulla base di linee programmatiche "condivise". Il PD, a maggior ragione in questa provincia, non nasce a mio avviso per modificare i rapporti di forza nello stesso bacino elettorale bensì per allargare la coalizione a parti che hanno chiare difficoltà a stare con il centro-destra. Le positive esperienze di qualche comunità montana, anche fuori provincia, ne sono una prova evidente.
Seconda osservazione: "Sulle questioni di programma mi soffermo poco, perché questo è in larga parte dettato da una sola parola d'ordine: risanamento, rispetto ai guasti causati da una amministrazione nello stesso tempo incapace e megalomane, che nulla ha portato a compimento, che molto ha fatto a favore della speculazione edilizia e dei poteri forti e i cui simboli sono il "buco infinito" di piazza Garibaldi e gli "ecomostri" del Moncucco." Forse prima di parlare del Moncucco servirebbe una seria riflessione sull'Area Carini; la logica "poteri forti = belzebù" mi pare infine inapplicabile a chi pensa di possedere un minimo di cultura e capacità amministrativa.
Cordiali Saluti.
Paolo.