Riceviamo l'intervento dell'amico Dalle Grave Valerio, che volentieri pubblichiamo:
Tanto tuonò che piovve. Dopo tanto sbraitare, insistere, auspicare e insultare, la destra forcaiola e rampante ce l’ha fatta. A dire la verità un aiutino gli è arrivato anche dalla sinistra. Da quella sinistra vecchia, stantia e ammuffita che non si arrende al logoro e fallito modello del socialismo reale. Ma tant’é.
La stampa e la televisione hanno regalato agli italiani (e non solo) immagini veramente interessanti dei livelli di stupidità raggiunta da una parte della classe politica che siede in parlamento. L’aula del Senato (nell’emiciclo destrorso), luogo che dovrebbe rappresentare il sancta-santorum della compostezza e della saggezza nazionale, nonché dell’esercizio della democrazia, si è trasformata in una sorta di pub, con tanto di bottiglie di spumante e pacchi di mortadella per festeggiare la tanto agognata caduta del governo. Spettacolo inconsueto e inedito e anche pietoso: potenza della televisione. L’Italia dei benpensanti, corrotti e corruttori, mafiosi e piduisti, ha festeggiato il conseguimento della loro vittoria con una sequela di insulti, invettive e maldicenze, traslate (potenza mediatica) anche sulle prime pagine di alcuni quotidiani.
Mentre tutto ciò accadeva, l’altra Italia, quella che fatica a campare, a pagare il mutuo, quella che attende di vedere portati a compimento alcuni obiettivi di giustizia sociale contenuti nel programma del governo; l’Italia dei lavoratori dipendenti, dei meno abbienti, degli emarginati, dei pensionati al minimo, eccetera, è passata dall’iniziale sgomento e incredulità, al proprio senso di impotenza; dalla rabbia contro le destre alla incazzatura contro le titubanze, le incertezze, i distinguo e le pretestuose alchimie della maggioranza che sosteneva il governo, ora dimissionario.
Al di la degli stati d’animo determinati dal caso in sé, ora si pone il problema di come risolvere la questione: Elezioni subito?, elezioni dopo aver cambiato la legge elettorale?; governo istituzionale a tempo?, governo di scopo? Tutte domande legittime che attendono una risposta urgente.
Prevarrà il buon senso o il desiderio di strafare per stravincere? Berlusconi scalpita, vuole le elezioni subito, in caso contrario(dice) organizza la marcia su Roma. Pure Bossi vuole le elezioni subito e rincara la dose dicendo di voler organizzare la liberazione armata (intanto, sta cercando le armi). Fini si unisce al coro assieme (pare) a Casini.
Nessuno di costoro pensa al bene comune, invece tutti lavorano per i propri interessi di bottega. Lanciano anatemi contro il centro-sinistra colpevole di avere messo in ginocchio il Paese, fingendo di non conoscere i dati denunciati dalla Banca d’Italia circa la disastrosa e demenziale politica dei redditi praticata dal governo Berlusconi e dal suo luogotenente Tremonti.
Mentre nei palazzi del potere sta succedendo tutto questo bailamme, fuori, in periferia, nelle province, a livello locale, serpeggia l’incertezza e la disaffezione verso la politica. La tendenza che va per la maggiore è quella di mandare tutti al diavolo, perché ciascuno “destro o sinistro” non è più credibile; perché tutti sono una massa di disonesti e di bugiardi. Insomma sta montando un clima di disaffezione e di qualunquismo pericoloso per la democrazia. Questo brutto clima può favorire quanti pensano a colpi di mano o avventure che la storia italiana ha già conosciuto. L’indifferenza, la disaffezione e la disattenzione, infatti, possono portare a conclusioni e decisioni affrettate delle quali poi, ma non si sa con quali costi, ci si pente in seguito.
Anche in casa del centro-sinistra ci sono brutti segni di scollamento, di rivitalizzazione di vecchie ruggini, di pretese egemoniche che si pensava ormai sepolte, specie dopo aver chiamato milioni di cittadini a pronunciarsi con le elezioni primarie per la costituzione del Partito Democratico. Di fronte a questo quadro é proprio il caso di dire: “Che Dio ce la mandi buona”.
Mai come ora calzano alla perfezione alcune massime evangeliche: Bisogna guardarsi dai lupi vestiti da agnelli, bisogna guardarsi dalle lusinghe ipocrite dei farisei e bisogna stare lontani dai
sepolcri imbiancati perché mandano pestilenza e cattivo odore. Di fronte alle difficoltà del momento però, non bisogna scappare o tapparsi in casa, occorre reagire usando con intelligenza, con accortezza e con furbizia (perché no) l’arma democratica del voto. Amen. Valerio Dalle Grave
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