Con Dioli, Grassi, Barbieri (Assessore regionale Emilia Romagna) e Beppe Carletti, leader dei Nomadi
Trabucchi, nel PD provinciale è aperta una discussione impegnativa su diversi fronti, in particolare sulle primarie per le elezioni di Sondrio…
Si è cosi.
La discussione, per la verità, è aperta nel PD a tutti i livelli.
Un dibattito certamente impegnativo, plurale e importante in quanto siamo tutti partecipi di un grande partito, di un partito nuovo che sta vivendo la sua fase costituente che non vuole deludere le attese di tanti cittadini e dei milioni di elettori del 14 ottobre scorso..
Quali sono, secondo te, queste attese ?
Sono le attese che hanno sempre segnato il nostro cammino, iniziato nel 1995, quando capimmo che il centro-sinistra aveva bisogno di una nuova aggregazione ampia e forte delle diverse esperienze riformiste italiane.
Nasceva così l’Ulivo.
La vittoria alle elezioni politiche del 1996 e la crisi del 1998 dimostrarono al tempo stesso la forza e le criticità del nostro progetto.
Non riuscimmo poi a riportare il centrosinistra alla guida del Paese.
Il cammino è stato ripreso con le Primarie del 2005 ed il voto del 2006 ha confermato la giustezza della scelta.
Nell’aprile 2007 Ds e Margherita hanno compiuto il passo più importante, il più difficile della loro storia: lo scioglimento consapevole al fine di contribuire alla nascita di qualcosa di più nuovo e più forte, la creazione di un grande partito capace di unire esperienze e di intrecciare radici
Lo straordinario consenso popolare del 14 ottobre scorso ci ha imposto di accelerare ulteriormente il nostro cammino di unità.
Una grande partito riformista dunque…
Indubbiamente perché siamo in un momento di vera emergenza democratica in quanto il paese si trova oggi ad affrontare un pauroso deficit della politica. Un deficit di quantità e di qualità della politica che questi anni hanno drammaticamente alimentato. Il Partito Democratico nasce in questa emergenza per superarla con vigore.
In che modo ?
Con un percorso di riforme utili al Paese anche se talvolta impopolari, almeno all’inizio. Per continuarle a fare, e farle diventare popolari, c’è bisogno del PD, che ha in se la storia e la tradizione delle grandi culture democratiche e popolari di questo paese. Dalla tenace e paziente volontà di preservare il progetto che insieme abbiamo costruito, tra gelate e rinascite, siamo oggi alla costruzione di questo nuovo grande partito, ricco fisiologicamente di opinioni diversificate, di un pluralismo che va valorizzato come un pezzo importante del nostro patrimonio genetico.
Vi è ancora però molta antipolitica tra la gente…
E’ vero ma io guardo in avanti con fiducia.
Il 14 ottobre ha consegnato al PD la possibilità di rompere l'indifferenza e l’ostilità maturata nei confronti della politica.
Quando diciamo partito nuovo dobbiamo tuttavia pensare anche a strumenti e forme inedite; insomma vi è da mettere in campo una nuova cittadinanza politica attiva.
E quindi occorre capire quale forma deve avere il Partito..
La discussione sulla forma partito è una parte importante del confronto aperto all’interno del PD; è una discussione fondamentale perché riguarda innanzi tutto l’idea che abbiamo in merito alla democrazia nel terzo millennio.
Io penso ad una democrazia che moltiplichi le forme della partecipazione politica invece di contrarle in maniera sclerotica.
Il PD sta discutendo su questo interrogativo con la massima libertà di pensiero ed in piena autonomia.
Hai introdotto così il discorso delle primarie…
Parliamoci chiaro: se è vero che vogliamo un Partito capace di fare ciò che diciamo e per cui è nato, noi non possiamo non guardare con favore al ricorso a meccanismi di consultazione degli elettori come le primarie.
Le primarie sono poi un elemento identitario, costitutivo dello stesso Partito Democratico.
Il popolo delle primarie ha travolto i modelli del passato e ha fatto emergere un nuovo protagonista: non più l’iscritto-tesserato né il politico professionista remunerato, ma il cittadino-elettore attivo, che perlopiù non intende dedicarsi stabilmente alla politica, ma rivendica il diritto di far sentire e pesare la propria voce nei momenti decisivi della vita del partito nel quale si riconosce.
Io voglio lavorare perciò per un Partito in cui le primarie ci siano, ai diversi livelli, per la selezione dei candidati alle elezioni (da quelle di Sindaco a quelle per il governo del paese).
Un partito in cui l'elezione del segretario, dal nazionale al provinciale, possa godere della più ampia legittimazione possibile di elettori ed aderenti.
Un partito (intendiamoci subito) che individui anche i propri parlamentari attraverso le primarie.
Chiaro?
Ma a Sondrio il PD ha deciso di non tenerle...
Un grave errore, una decisione assunta peraltro da un Coordinamento, che seppur legittimato, ha un carattere provvisorio ed eletto sulla base di una regola che moltissimi hanno giudicato antidemocratica.
Un errore per le ragioni che ho cercato di spiegare prima.
Ma un errore anche perché ritengo che il PD di Sondrio, al suo primo impegno elettorale amministrativo riguardante per di più il rinnovo dell’Amministrazione della città capoluogo di Provincia, non poteva prescindere dalla ricerca e definizione della propria candidatura, con un progetto e un programma di governo di grande spessore che rispondesse alla grave crisi amministrativa nella quale è stata posta la città in questi anni di governo del centro-destra.
Deluso ?
Non solo io: questa decisione ha lasciato in molti tanta amarezza e delusione.
Ci si chiede: perché i circa 900 cittadini di Sondrio, che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre scorso, non possono essere chiamati a pronunciarsi e decidere il loro candidato Sindaco?
Io mi sono dato una risposta ed il tempo farà giustizia circa la fondatezza di queste mie due affermazioni: la prima, il PD di Sondrio non vuole le primarie perché non vuole avere un proprio candidato Sindaco, la seconda, il PD non vuole il proprio candidato Sindaco perché vuole “assecondare” la candidatura (non del PD) di Alcide Molteni, come qualcuno, uscendo finalmente dal velo di ipocrisia, ha dichiarato nella riunione del Coordinamento provinciale dell’otto gennaio. Un ruolo del PD volutamente rinunciatario.
Io esprimo forte dissenso. Se poi vuole essere chiamata polemica….
Ma cosa pensi delle candidature già “in pista” di Molteni e Schena?
Penso quello che ho scritto, con altri amici, nel documento presentato al Coordinamento Provinciale del PD.
Alcide Molteni ed Angelo Schena sono esponenti importanti del centro-sinistra valtellinese: il primo già Sindaco di Sondrio per due mandati consecutivi, il secondo candidato Sindaco nelle ultime elezioni amministrative perse per un soffio.
Ma non sono candidati del PD.
Sarei felice se, indette le primarie, vi potessero partecipare in aggiunta ad altri eventuali candidati Sindaco.
Al vincitore andrebbe il sostegno leale mio e di tutto il Partito Democratico.
Nel documento avete indicato anche un percorso operativo…
Abbiamo indicato innanzi tutto i due presupposti (peraltro scontati) affinché si possano tenere le primarie: il primo è che il Partito decida di partecipare alle elezioni con un proprio candidato, il secondo è che vi siano almeno due candidature alle primarie stesse.
Poi lo scopo delle primarie: consentire di far emergere, attraverso regole serie, rigorose, trasparenti, la candidatura più autorevole del PD: autorevole per la figura del candidato, autorevole per la qualità del progetto, autorevole per il consenso raccolto.
Ed ora ?
All’indomani della decisione assunta dal Coordinamento Provinciale, abbiamo deciso di aprire una riflessione allargata ad altri amici.
Ed è stato un incontro partecipato, con il contributo di diverse sensibilità politiche e culturali, nel corso del quale abbiamo registrato una pressochè totale adesione al documento.
Ma soprattutto è stata riportata quella amarezza e delusione di cui ho parlato prima.
Abbiamo così deciso di procedere alla raccolta di firme tra coloro che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre per chiedere al PD provinciale di rivedere la propria posizione.
C’è ancora tempo per imboccare questa strada nuova, identitaria, innovativa ed utile.
Il ruolo poi del candidato Sindaco ?
Il candidato vincitore delle primarie definisce, con il partito, il quadro delle alleanze, la formazione cioè della coalizione, alla luce naturalmente delle priorità programmatiche dell’azione di governo che il candidato stesso ha inteso sollecitare dando la propria disponibilità a “scendere in campo”.
E quello delle alleanze è un altro tema cruciale, un passaggio politico sul quale il PD non ha ancora aperto la discussione.
Raccolta firme: che riscontro vi immaginate di trovare tra la gente ?
Credo positivo, ci sono già “indizi” precisi e concordanti.
Siamo in tanti a crederci, con la lucidità della ragione e con il coraggio dell’innovazione.
Il risultato finale lo vedremo.
Intervista a cura di Irene Bertoletti.
È possibile scaricare il documento da sottoscrivere (o da fare sottoscrivere) al seguente URL http://ezio.democratico.googlepages.com/DocumentoPDTrabucchi_Firme_protetto.pdf
1 commento:
hanno ricominciato quelli di www.sondalo.tk adesso sono grillini......che p....
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